Al centro dei nuovi Octo Roma Naturalia tutto il know-how di Bvlgari nella lavorazione delle pietre, in un progetto creativo ambizioso che unisce in profondità le due anime della marca, ovvero la gioielleria e l’orologeria, lanciando al tempo stesso l’idea di un lusso “custom made”
di Anna Rita Romani
Con il lancio di Octo Roma Naturalia Bvlgari rinnova ancora una volta la sua linea maschile più iconica. Quella che abbiamo visto interpretata in materiali diversi, nelle proporzioni generose dei modelli base o nelle forme arrotondate di Octo Roma, ed ancora nei profili ultrapiatti di Octo Finissimo e in un numero rilevante di complicazioni.
Le parole d’ordine in questo caso sono due: una riguarda i materiali, ovvero le pietre semipreziose utilizzate per la cassa e per altri elementi dei nuovi orologi; l’altra è “personalizzazione”, e rimanda alla possibilità offerta ai clienti tramite l’app Maestria di dare al proprio orologio un volto personalizzato e originale, scegliendo tra diverse varianti il metallo e le pietre semipreziose della cassa, della base del movimento e degli indici, nonché le gemme per la decorazione della lunetta. Ma da dove nasce l’idea? «Il percorso che ci ha portato fino a Octo Roma Naturalia nasce circa 4 anni fa – afferma Fabrizio Buonamassa Stigliani, direttore del Bvlgari Watches Design Center -. Volevamo trovare un nuovo modo di mescolare le due anime della marca, ovvero l’alta gioielleria e l’orologeria. Abbiamo subito individuato nella cassa modulare dell’Octo Tourbillon Sapphire un possibile punto di partenza. Da gioiellieri, il passo successivo è stato quello di voler applicare all’orologio il nostro savoir-faire artigianale con le pietre, preziose e semipreziose, immaginando di impiegare quest’ultime nella realizzazione della cassa, al posto dello zaffiro. Anche il movimento si prestava ad assecondare il nuovo progetto: essendo scheletrato, aveva la struttura di un “telaio” utile a tenere insieme le ruote, il bariletto e la gabbia del tourbillon, ma soprattutto presentava zone vuote che potevano essere occupate da sottili lastre di pietra, dando l’impressione che il movimento nascesse da quest’ultima. Nessun problema, infine, per utilizzare la pietra sul quadrante, nella realizzazione dei sottilissimi indici delle ore: un’abilità che apparteneva già al savoir- faire dei nostri artigiani».
Dall’idea iniziale alla sua realizzazione non sono però state poche le difficoltà. «Insieme ai nostri partner abituali, ossia agli addetti al taglio delle pietre preziose con i quali lavoriamo per gli orologi-gioiello – continua Fabrizio Buonamassa Stigliani – abbiamo affrontato numerose criticità, spesso legate alla particolare conformazione del blocco di pietra dura che abbiamo a disposizione, ma non solo…
L’articolo intero è pubblicato su Orologi, le misure del tempo n#346 agosto-settembre




