I primi 40 anni di Hublot, quattro decenni di ricerca e innovazione portati con eleganza e celebrati con un nuovo orologio in tre varianti che reinterpreta il modello degli esordi Classic Original.
di Cesare Ruotolo
Fin dal primo modello presentato al Salone di Basilea del 1980, la neonata Maison Hublot rivoluzionò quelli che erano i canoni tradizionali dell’orologeria della sua epoca. Nelle intenzioni del suo fondatore, l’imprenditore italiano Carlo Crocco, c’era infatti la volontà di realizzare un segnatempo esclusivo, ma allo stesso tempo adatto a ogni occasione. Con una sintesi tra design, eleganza e praticità, offrì dunque al pubblico un esemplare basato su un’inedita combinazione di materiali, progettando un cinturino ultrasportivo in gomma naturale integrato in una sofisticata cassa in oro con lunetta rotonda e sporgente come l’oblò di una nave: da qui il nome del brand, che in francese vuol dire appunto “oblò”.
Nasceva così il Classic Original, un orologio a suo modo paradigmatico, che se in un primo momento non fu compreso ottenne in seguito un clamoroso trionfo commerciale. Un orologio che gettava le basi della cosiddetta “Arte della fusione”, un parti- colare savoir-faire che verrà “codificato” anni dopo da Jean-Claude Biver e produrrà nel corso del tempo una serie di straordinari materiali innovativi. Fra questi, come non citare il Magic Gold, lega inscalfibile di oro e ceramica sviluppata in partnership con l’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna, o il King Gold, dall’intensa tonalità rosata durevole nel tempo grazie a una piccola percentuale di platino aggiunta all’oro rosso. Ma anche la ceramica high- tech, ultraresistente, anallergica, inalterabile e disponibile anche in colori particolari “brevettati” come il rosso scarlatto e il blu reale: e per rimanere in tema di colori esclusivi, ricordiamo che Hublot è in grado di realizzare casse trasparenti in zaffiro non solo bianche ma anche nere, gialle, blu, rosa…
Un concetto, anzi una vera e propria filosofia quella dell’“Arte della fusione” che come abbiamo detto verrà ampiamente divulgata da Jean-Claude Biver, una delle figure più influenti dell’orologeria contemporanea, fin dal suo arrivo in azienda nel 2004. Ancora oggi membro del consiglio di amministrazione, passerà il testimone nel 2012 all’attuale CEO Ricardo Guadalupe dopo aver ampliato il successo del marchio sui mercati di tutto il mondo: sarà lui a introdurre, tra l’altro, la linea Big Bang (2005) che diventerà la collezione “flagship” del brand e la cui cassa stratificata a sandwich ospiterà il primo movimento di manifattura UNICO con cronografo integrato con doppia frizione e ruota a colonne visibile lato quadrante (2010). Inoltre, Biver sarà testimone e protagonista delle principali tappe nella storia di Hublot, come l’ingresso nel Gruppo LVMH (2008), e sancirà importanti collaborazioni in vari ambiti, tra le quali svetta quella con la Ferrari (2011). Da parte sua Guadalupe proseguirà sulla stessa scia all’insegna dell’innovazione e dell’“Arte della fusione”, con sempre nuovi modelli, anche di alta gioielleria, nuovi movimenti e nuove partnership, in particolare nel settore sportivo, ma non solo.
E arriviamo così al 2020. Per celebrare i suoi primi 40 anni, Hublot decide di rivisitare il Classic Original del 1980 con un esemplare della linea Classic Fusion, altra collezione “Top” del catalogo Hublot lanciata nel …