L’alta orologeria riparte da Ginevra, la città dove 25 Maison hanno dato vita, dal 30 agosto al 3 settembre, ai Geneva Watch Days 2021. Un evento nato lo scorso anno per rispondere all’esigenza di ritrovare un momento d’incontro tra i protagonisti del settore, privati dei tradizionali saloni a causa della pandemia, e che quest’anno è sicuramente cresciuto, almeno per quanto riguarda il numero dei partecipanti. Ai marchi fondatori – Bvlgari, Breitling, De Bethune, Gerald Genta, Girard-Perregaux, H. Moser & Cie., MB&F, Ulysse Nardinand Urwerk– se ne sono infatti aggiunti altri – Arnold & Son, Bianchet, Charles Girardier, Czapek, Doxa, Ferdinand Berthoud, Frederique Constant Group, Greubel Forsey, Konstantin Chaykin, Louis Erard, Maurice Lacroix, Oris, Parmigiani Fleurier, Phillips in Association with Bacs & Russo, Raketaand Reuge – ampliando in modo significativo l’offerta con proposte nuove ed interessanti, sia dal punto di vista della qualità che dell’originalità.
Non è cambiato invece il format, rimasto quello di un evento decentrato, con esposizioni nelle boutique o negli hotel del centro città, a disposizione del pubblico, dei clienti e dei media che sono arrivati da diversi paesi europei, ma anche da più lontano, soprattutto Nord America e Medio Oriente. Con un punto d’incontro comune presso la Rotonde du Mont-Blanc e interessanti occasioni di approfondimento anche relativamente ai temi del collezionismo grazie alla presenza degli esperti di
Alcune delle Marche partecipanti hanno inoltre organizzato sessioni digitali per raggiungere tutti coloro che non hanno potuto recarsi a Ginevra, dando ai Geneva Watch Days 2021 il carattere di un evento « phygital », che al momento sembra configurarsi come la soluzione più praticabile in tema di saloni e fiere. Qualcuno si spinge ancora oltre ipotizzando che quello del « phygital » sarà il format vincente anche del prossimo futuro, in una sorta di generale ripensamento sui temi e le modalità del lavoro. Più flessibile e aperto rispetto al digitale puro e semplice, esso offre infatti l’emozione dell’evento in presenza – per chi può e vuole un’esperienza più diretta – unita alla velocità tipica del digitale, a livello organizzativo ma ancora di più nella capacità di comunicare e raggiungere, potenzialmente, ogni angolo del mondo. Con un grande vantaggio dal punto di vista economico da parte delle aziende e, non da ultimo, con un contributo importante sul terreno della sostenibilità ambientale. Tanti motivi per far crescere l’idea – espressa in maniera esplicita da un numero crescente di osservatori nonché dai protagonisti del settore orologi – che sulla fomula del « phygital » si costruirà buona parte della comunicazione e del lavoro di domani.
Tornando ai Geneva Watch Days 2021, intanto, il bilancio appare senz’altro positivo per ciò che riguarda la soddisfazione dei Marchi partecipanti. Ottimo anche il livello delle proposte, che vanno a completare la già ricca panoramica offerta nella prima metà dell’anno dall’evento – questa volta interamente digitale – Watches and Wonders. Ci torneremo in dettaglio sul prossimo numero di Orologi, in edicola all’inizio di ottobre.